Un emendamento al Decreto sicurezza ha come obiettivo sanzioni per i siti Web, accusati di incitare al crimine. I Provider dovrebbero filtrare le pagine Web, inneggianti a mafia, reati e terrorismo
Facebook in questi mesi è salito alla ribalta della cronaca con gruppi di sostegno ai nazisti, ai mafiosi, alle Br eccetera. D'ora in poi i siti Web, accusati di incitare al crimine, finiranno nella rete del Ddl sicurezza del governo.
Lo ha permesso un emendamento al Decreto sicurezza, frutto del lavoro del presidente dei senatori dell'Udc, Giampiero D'Alia.
"In caso di accertata apologia o incitamento, il ministro dell'Interno - riporta iltesto - dispone con proprio decreto l'interruzione dell'attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni pecuniarie per gli inadempienti".
I Provider dovrebbero filtrare le pagine Web incriminate.
Se la mafia online ha i giorni contati, a rischiare l'ostracismo dalla Rete italiana, risulta Facebook.
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